Sappiamo tutti come al giorno d’oggi Internet sia diventato indispensabile nella vita di tutti i giorni, specialmente in questo periodo dove conferenze, riunioni e persino la didattica si siano spostate online favorendone la digitalizzazione.
Da tempo aspettavamo che questo fenomeno prendesse piede per semplificare la vita di tutti i giorni. Perché fare ore di fila in qualche sperduto ufficio quando si potrebbe consegnare un modulo semplicemente online?
Perché costringere i ragazzi che vogliono intraprendere un percorso universitario a spostarsi dal proprio paese o città di origine per andare a vivere nella città dove è situata l’università, con conseguenti spese a carico della famiglia, quando invece si potrebbero seguire comodamente le lezioni online senza aggravare sulle spese familiari?
Molti servizi in Italia si sono fatti trovare impreparati in questo periodo di crisi. In America o in altre nazioni del Nord-Europa, lo smart-working è presente già da parecchio tempo, mentre qui, nel nostro Paese, sono pochissime le aziende che adottano questa politica “rivoluzionaria” del lavoro da casa. Questo dovrebbe farvi capire quanto l’Italia sia rimasta indietro nel processo di digitalizzazione rispetto ad altri Paesi.
Alcune piattaforme come Microsoft Teams, Google Meet o Zoom, tanto per citare le più famose, stanno avendo un notevole riscontro in questo periodo di isolamento dove, sia studenti che professionisti, si incontrano per studio e lavoro. Il proliferarsi di queste piattaforme, anche se presenti sul mercato da diverso tempo soltanto che noi ne ignoravamo l’esistenza e l’utilità, hanno attirato l’attenzione dei cracker grazie alla mole di dati sensibili degli ignari utenti.
Alcuni giorni fa, sul noto sito zeroesperto, abbiamo letto un articolo molto interessante su come una semplice GIF possa permettere ad un malintenzionato di prendere il controllo del nostro account Microsoft Teams. Vogliamo inoltre parlare dei 500mila account di Zoom in vendita sul Dark Web? A proposito, se non avete ancora cambiato le credenziali su questa piattaforma di Web Conference, vi consigliamo vivamente di farlo.
Molti sottovalutano l’importanza che hanno i propri dati e come, nelle mani sbagliate, possono darci vere e proprio complicazioni; non tutti vorrebbero vedersi svuotare il proprio conto in banca o vedere le proprie foto personali sul Deep Web.
Ecco perché la formazione e la consapevolezza del valore delle informazioni che si posseggono possono ridurre il rischio di attacchi di hacking o quantomeno ridurne l’efficacia il più possibile.
Inoltre, una corretta navigazione sul web, è una buona norma per tenersi lontano da possibili attacchi o comunque per evitare di farsi individuare come uno dei possibili obiettivi di un malintenzionato.
Ovviamente questo processo di digitalizzazione ha i suoi pro e i suoi contro, come tutto del resto. Sta a noi sfruttarlo a pieno e comprenderne i vari problemi legati alla sicurezza. Ricordiamoci che siamo comunque noi e le nostre azioni la prima linea difensiva per i nostri dati sensibili e questo non finiremo mai di dirlo.
Facci sapere nei commenti il tuo punto di vista e come stai affrontando la digitalizzazione anche se crediamo che molte persone del settore IT come noi non abbiano avuti grossi stravolgimenti, anzi si sono viste il lavoro semplificato.